di Marco Elio Tabacchi e Settimo Termini
In queste pagine parleremo di interdisciplinarità e, approfittando della singolarità e unicità di questo numero, ne parleremo in una maniera che in un fascicolo ordinario della Lettera, così come di qualsiasi altra rivista, non avremmo fatto. Il lettore ci perdoni questa forma insolita. Insolita nel senso che è molto poco, anzi per nulla, accademica, portando esempi ed esperienze che non sono quelle che sono normalmente discusse in qualsiasi articolo “serio”. Per qualche riflessione sul tema più “seria” – o che indica, quantomeno, il livello di serietà a cui noi riusciamo a giungere – rinviamo a [1].
Qui ci limitiamo a riportare alcune reazioni personali immediate su temi che hanno a che fare con “esperienze” interdisciplinari, esperienze dirette e concrete di attività svolte di recente da ciascuno dei due autori in modo indipendente ma con costanti scambi di sensazioni e informazioni. Un “rapporto informale”, dunque, questo che state per leggere1 che trae origine da attività non usuali dei suoi due redattori che nulla avevano a che fare, direttamente, con la loro formazione scientifica ma che ha continuato a persistere sullo sfondo, anche in modo involontario, soprattutto in connessione a un Workshop fortemente interdisciplinare al quale entrambi sono stati presenti, quest’ultimo vicino alle attività degli autori.
Il titolo di queste pagine recita “Per mostre e incisioni”, ma in realtà ad esse accenneremo soltanto; non ne parleremo come, in un primo momento, avevamo pensato di fare: Ci abbiamo rinunciato perché non abbiamo trovato un livello di comunicazione adeguato a trasformare l’accadimento biografico, evenemenziale, in qualcosa che permettesse al lettore di cogliere meglio il nucleo di ciò che volevamo trasmettere. E allora abbiamo cambiato modalità.
Ci limitiamo a dire che le “incisioni”, in senso letterale e concreto sono state al centro – assieme ad altre cose – degli impegni del primo autore nel corso degli ultimi due anni (i cui commenti sono presenti nei paragrafi 2 e 3) mentre le mostre – numerose e, in alcuni casi, ripetute – lo sono state del secondo (i cui commenti sono presenti nei paragrafi 4 e 5). Impegni iniziati per approfondire interessi e curiosità intellettuali sono diventati inevitabilmente un’estensione ragionata sia delle attività scientifiche (moderatamente) disciplinari usualmente svolte sia delle riflessioni su come le diverse discipline possano o debbano interagire.
Non possiamo, infine, non fare riferimento a un tema cruciale e strettamente connesso, anche se non lo tratteremo affatto, quello degli studi sulle relazioni tra funzionamento del cervello ed esperienze estetiche – come descritte, ad esempio, da Adriana Fiorentini e Lamberto Maffei e da Eric R. Kandel.
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